Movimento, struttura, evanescenza, trasformismo, immanenza, favilla, tensione, fermento, oscurità, accecante brillantezza, destrutturazione, ricollocamento, relatività, virtualità, fisicità, istinto, irrazionalità, vibrazione, mutazione, certezza dell’incerto, instabilità del tutto.
Passatismo futurista e ricomposizione radicale.
Immateriale
e
caleidoscopico
mosaico
dell’attuale
e del reale.
Questi le parole chiave ed il flusso di coscienza che hanno spinto all’ideazione di ‘Sturm Und Klang’.
Più che un festival, una necessità intrinseca, certamente esasperata da infiniti mesi in cui la circolazione di suoni è stata affossata e imbrigliata da una cosa invisibile come il suono, ma altrettanto potente nel suo effetto sulle nostre vite e il nostro quotidiano; il bisogno di tornare a guardare al di là dei confini che l’attualità ci ha per così lungo tempo crudamente imposto.
Nello stesso tempo, cercare di leggere ciò che negli ultimi anni ha destrutturato e riassemblato gli apparati della ‘musica sperimentale, elettronica e da club’ (nel senso più ampio possibile).
Un’attitudine che ha fatto della frammentazione e del riassemblamento, del patchwork, del vivere fuori da schemi di genere e contenuto muovendosi sinuosamente attraverso luoghi distanti ed incoerenti, un approccio condiviso, trasversale, fluido, naturale, incredibilmente fascinoso ed efficace. Probabilmente la lettura più aderente al presente in cui siamo irrimediabilmente immersi, per cui l’infinita ricezione di stimoli della più disparata natura, sintetizza nuovi codici e nuove formule. Informazioni che arrivano deragliate e sbilenche, frastagliate, glitchate dalla retrocompatibilità fra il flusso di dati e il nostro hardware biologico, ma che si sommano in strutture di fatto poliedriche, stabili, aliene ma familiari, indubbiamente brillanti e seducenti.
Giocando sul nome e sull’idea stessa di una vera e propria corrente/movimento, ciò che Sturm Und Klang si prefigge è proprio di indagare e sbirciare attraverso gli spiragli di queste sculture di recupero, di questi monumenti surrealisti, di queste opere multiformi post-contemporanee, cercando di interpretarne i linguaggi tanto a livello emotivo/artistico che antropologico, attraverso l’infinito loop in cui l’arte è concepita dal suo tempo e contemporaneamente contribuisce a plasmarlo.
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I posti sono estremamente limitati, contattaci in privato per le modalità di prenotazione.
Tutti gli eventi nel Klang Foyer saranno “free-entry”, senza necessità di prenotazione.
Come da decreto legge 105/2021 per accedere negli spazi al chiuso è necessario essere in possesso di Green Pass
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