Dopo il party inaugurale, all'ex Frantoio con il tema terra,
abbiamo scelto per l'edizione di giugno
l'elemento:
ARIA!!!
La stratosfera terrestre contiene una concentrazione relativamente alta di ozono, un gas costituito da tre atomi di ossigeno (O3) e che rappresenta un vero e proprio schermo nei confronti delle pericolose radiazioni ultraviolette (raggi UV) provenienti dal sole. Ogni anno, durante la primavera dell’emisfero australe, la concentrazione dell’ozono stratosferico nell’area situata in prossimità del Polo Sud diminuisce a causa di variazioni naturali. Purtroppo, a causa degli inquinanti rilasciati in atmosfera, sin dalla metà degli anni settanta questa periodica diminuzione è diventata sempre più grande, tanto da indurre a parlare del fenomeno come del “buco dell’ozono”. Recentemente si è comunque individuato un assottigliamento della fascia di ozono anche in una piccola zona al polo Nord, sopra il Mare Artico, fatto che potrebbe preludere alla formazione di un altro buco dalla parte opposta.
In effetti il fenomeno non rappresenta nient’altro che l’aspetto più evidente della generale e graduale diminuzione dell’ozono nella stratosfera. Il problema è estremamente importante in quanto una riduzione dell’effetto schermante dell’ozono comporta un conseguente aumento dei raggi UV che giungono sulla superficie della Terra. Nell’uomo l’eccessiva esposizione a questi raggi è correlata ad un aumento del rischio di cancro della pelle, generato a seguito delle mutazioni indotte nel DNA delle cellule epiteliali. I raggi ultravioletti possono causare inoltre una inibizione parziale della fotosintesi delle piante, causandone un rallentamento della crescita e, nel caso si tratti di piante coltivate, una diminuzione dei raccolti. I raggi UV possono anche diminuire l’attività fotosintetica del fitoplancton che si trova alla base della catena alimentare marina, causando di conseguenza uno scompenso notevole a carico degli ecosistemi oceanici.
ERIC CLOUTIER (Detroit)
Now making music as considered and carefully crafted as his DJ sets, Eric Cloutier has long been an influential underground selector. Though he recently started releasing his own music, it’s fair to say that Eric Cloutier has established himself as an influential underground figure purely off the back of his DJ sets. Known to be able to tease and control crowds for extended periods of time without resorting to cheap thrills or lowest common denominator kicks, since first emerging in 1996 he has been installed as resident at some of the most knowing venues around the world, and for good reason.
These include local hotspots in his native Detroit, internationally acclaimed clubs in his current hometown of Berlin but also mythologised places like The Bunker in New York. In terms of festivals, only the finest will do, and as such Cloutier is one of the select few who gets invited to play the culturally considered affair that is Japan’s Labyrinth.
“I like to keep it really body-oriented,” says the man of his inimitable DJ style. “I like to focus on hypnotising people in to a deep groove and just locking them in.” House, dub and techno are all fair game for Cloutier, and be they deep and driving tracks or harder hitting selections, every one bridges the gap between the old and the new in seamless and unpredictable ways.
2014 finds the high quality DJ further focussing on making and releasing music. As such and as well as being involved with the forthcoming Bunker label and already established TANSTAFAAL imprint, his first productions and remixes have been snapped up by Studio-R, Freund Der Familie and Steve O'Sullivan’s influential Mosaic. Given that he is such an acclaimed and informed DJ, it’s no wonder Cloutier’s deep, airy and atmospheric music is turning out to be just as essential for those who
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