Matéo Montero a.k.a. Rawmance, parigino di origini sudamericane, italiano d’adozione con base a Roma, è il fondatore delle etichette indipendenti (Synästhesie Schallplatten) e La Beauté Du Négatif, nonché membro del progetto Гибель тургруппы Дятлова, insieme a Luciano Lamanna. Lavora per Ultrasuoni Records, shop romano di riferimento per dj e cultori del vinile, ed è dj resident per Goaclub, Scalo Est/Ex Dogana, Magick Bar.
Due le realese all’attivo, entrambi Ep, solo limited edition su vinile: “Nlpforeva” (2014) e “KKYWL” (2015). Evoluzioni di stile e superfetazioni di suoni, dalla visionaria “Sur le passage de certaines personnes à travers une assez courte unité de temps”, che tra il titolo e le cupezze informali è già un lampo cinematografico, fino alle sequenze ossessive di “Line 'Em Up”, avvitamenti cerebrali da cosmonauta metropolitano.
Un taglio internazionale, il suo, fortemente contaminato, tra influenze e livelli che si fondono con un gusto personale. Eclettico, sia nelle vesti di dj che di producer, rivela una sensibilità tutta sua per atmosfere ipnotiche, spazi avvolgenti, incursioni vintage e sperimentazioni perenni. Notturna, urbana, plumbea, selvatica, sempre intima ed emotiva, la musica di Rawmance arriva dalle banlieue parigine e trova nuovi stimoli nel groviglio della scena capitolina. Nel suo mix i timbri aerei e cristallini si spingono fino agli abissi più techno e alle attitudini più raw. Unire suoni crudi e raffinatezza del tocco, materia prima viscerale e sintassi essenziale, spinte underground, spessore analogico e magnetismo digitale, è una cifra costante del suo lavoro.
È stato protagonista di festival e rassegne di pregio, da “Terraforma” (Villa Arconati, Milano) a “I miei amici hanno più talento di me” (Pastificio Cerere, Roma), dal “Robot Festival” (Palazzo Re Enzo, Bologna) a “Unibeat Festival” (Università di Salerno), da “Ballroom” (Foro Italico, Roma) al “Dancity Festival” (Foligno, Perugia).
Appassionato di bicicletta, ha pedalato per chilometri coprendo distanze incredibili e scegliendo la dimensione del viaggio come paradigma perfetto: tra geografia e introspezione. Cosa avrebbe fatto da grande, se non fosse diventato un dj? “Il ciclista o il pescatore in Sicilia”.
credits: Helga Marsala
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